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Jessica, la vita ai tempi dell'Aids

Jessica è la testimone del Progetto Kukula per "Tutti dentro", una delle nuove formule di adesione ai nostri progetti Sad. La ricerca della normalità in un quotidiano pesantemente condizionato dalla malattia.

Concludiamo la pubblicazione delle storie dei testimoni di “Tutti dentro”, una delle nuove formule di adesione ai progetti di sostegno a distanza promossi dal Cesvitem. Piccole storie, piccoli spaccati di vita quotidiana per comprendere ancora meglio le realtà del Sud del mondo in cui operiamo. Questo mese tocca a Jessica, testimone del Progetto Kukula.

Il mio nome è Jessica. Sono nata il primo maggio del 2001 a Xipamanine, uno dei bairros più poveri di Maputo, la capitale del Mozambico. Xipamanine è il quartiere in cui ho trascorso tutta la mia vita. Ancor oggi vivo qui con la mia famiglia. In tutto, in casa, siamo in sei. La capofamiglia è mia nonna Celmina. Poi c’è mia mamma Victoria e i miei fratelli più piccoli Belizia e Lucio. L’unico uomo è mio cugino Fernando. Il mio papà, invece, non c’è più: si chiamava Hilario ed è morto nel 2009 a causa dell’Aids.

L’Aids continua purtroppo ad essere molto presente nelle nostre vite. Io fortunatamente sono sana, perché quando sono nata i miei genitori non avevano ancora contratto la malattia. Purtroppo, però, sono sieropositivi sia mia mamma che i miei fratellini. E lo è anche mio cugino.

In queste condizioni, ovviamente, la nostra situazione economica non è buona. Nessuno degli adulti della mia famiglia ha un’occupazione stabile. Mia nonna è troppo anziana per lavorare, mentre mia mamma e mio cugino lavorano in modo precario: mia mamma come domestica, lavando e cucinando per altre persone, mentre Fernando fa saltuariamente l’aiuto muratore o l’aiuto carpentiere. È anche per questo che viviamo in una casa molto umile. I muri sono in mattoni e ci sono una sala e tre camere, ma manca praticamente tutto: mancano la luce, l’acqua, la fognatura. Il bagno è una latrina, un semplice buco scavato per terra. E per l’acqua ci dobbiamo rivolgere ai nostri vicini, che ce la vendono a taniche da 20 litri.

Quest’anno sono iscritta alla quinta classe della escola primaria Unidade 11, a circa 20 minuti a piedi da casa mia. Frequento il turno di mattina, dalle 6.30 alle 10.30. Me la cavo in quasi tutte le materie e i miei insegnanti sono contenti, anche se sono stata bocciata quando facevo la seconda perché non sapevo ancora leggere bene. Nella mia classe siamo in 38, 21 femmine e 17 maschi, e alcuni miei compagni hanno anche 17-18 anni. Le mie compagne preferite sono Ana, Dita, Teresa e Mariana: stiamo sempre assieme, soprattutto all’intervallo.

Quando verso le 11 torno a casa da scuola, per prima cosa mangio, poi do una mano alla nonna nelle faccende di casa e infine mi dedico ai compiti per il giorno dopo. Se mi resta un po’ di tempo, gioco con mia cugina Valoida e con le nostre amiche Mime, Erica e Flusia, sempre però nel cortile di casa: così, se la nonna ha bisogno di me, soprattutto per andare a prendere l’acqua dai vicini, sono da lei in un attimo.

Notizia del 29/05/2013


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