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Vi sorprenderete a fare l'impossibile

Pubblichiamo con piacere la lettera ricevuta da Alessia e Thomas, due nuovi sostenitori del Cesvitem: nelle loro parole la spiegazione migliore del senso del sostegno a distanza.

Verso fine anno è normale ricevere lettere e messaggi dai nostri sostenitori. C’è chi chiede informazioni, chi invia gli auguri da girare al bambino che sostiene a distanza, chi, a malincuore, si vede costretto a interrompere il proprio impegno solidale. Vogliamo condividere con voi una di queste lettere, arrivata assieme alla scheda per l’avvio di un nuovo sostegno a distanza. Ce la mandano Thomas e Alessia, due nuovi sostenitori del Cesvitem, che hanno scelto di festeggiare il Natale con un regalo davvero speciale: il sostegno a distanza di un bambino mozambicano. Nelle loro parole la spiegazione migliore del senso di questa forma di solidarietà.

Buongiorno,
con la presente lettera volevamo, oltre che inviarvi i documenti necessari alla sottoscrizione, farci conoscere brevemente. Siamo una coppia di fidanzati, ci chiamiamo Alessia e Thomas. Ci teniamo a farvi sapere qualcosa di noi, perché crediamo che la solidarietà espressa semplicemente come “trasferimento di soldi” serva a poco, sia a chi la riceve, sia a chi la dà. Personalmente la riteniamo un modo per “mettersi a posto la coscienza”. Quest’anno, come ogni anno, in occasione del Natale, ci siamo posti reciprocamente la stessa domanda “Cosa ti regalo per Natale?”. È stato guardandoci attorno (o forse dentro?) che abbiamo capito che il nostro mondo è fin troppo pieno di cianfrusaglie inutili e fin troppo vuoto di umanità e solidarietà. Su idea di Alessia, abbiamo voluto “regalarci” un sostegno a distanza: ci sembrava il modo migliore, in questo momento, per vivere il Natale.

Abbiamo scelto la vostra associazione perché la conoscevamo sia attraverso i genitori di Thomas, che hanno un sostegno a distanza con voi da molti anni, sia attraverso dei nostri amici, che in occasione del loro matrimonio hanno deciso di devolvere la cifra delle bomboniere a voi. Entrambi ci hanno testimoniato la vostra serietà. Abbiamo letto attentamente tutti i vostri progetti e ci sono sembrati tutti importanti e impegnativi. Tra tutti per noi era assolutamente indifferente quale progetto saremmo andati ad aiutare, ci interessava solo aiutare. Crediamo che adottare un bambino (anche a distanza) significhi amarlo così com’è, non selezionarlo con i boccoli biondi e gli occhi azzurri. Questo è quello che sentiamo dentro e questo è quello che volevamo profondamente comunicarvi. Alla fine, dovendo scegliere, abbiamo deciso per il Mozambico e per il Progetto Esperança, perché ci sembrava quello che andava ad aiutare le persone nelle condizioni più difficili.

Siamo consapevoli che quello che stiamo facendo è molto, molto poco, ma san Francesco diceva “Cominciate col fare il necessario, poi fate il possibile… ad un certo punto vi sorprenderete a fare l’impossibile”. Non vi nascondiamo che ci piacerebbe, un giorno, poter visitare personalmente il vostro (anzi, nostro) progetto che ora andiamo ad aiutare e poter fare qualcosa di più concreto che il “solo” sostegno a distanza.

A chiunque ci chieda quale sia stato il regalo più bello che abbiamo ricevuto per Natale, noi rispondiamo semplicemente “Quello che mi ha fatto il/la mio/a ragazzo/a”. Tutti sorridono felici: sicuramente pensano ad un cellulare. Un saluto e i migliori auguri di felice 2013 a tutto il Cesvitem.

Alessia e Thomas

Notizia del 22/01/2013


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