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Il 12-13 giugno diciamo due sì per l'acqua pubblica

La lunga corsa dei referendum arriva al momento della verità: un'occasione per ribadire che l'acqua non si vende. Perché è di tutti

Ci siamo. Per i referendum a difesa dell’acqua pubblica, la grande battaglia per la democrazia che nell’ultimo anno ha animato le piazze d’Italia, sta per arrivare il momento della verità. Domenica 12 e lunedì 13 giugno saremo infatti chiamati alle urne per dire la nostra sulla gestione di questo bene comune di primaria importanza.

Tanto si è detto e scritto nelle ultime settimane sui tentativi compiuti, a vari livelli, per complicare il raggiungimento del quorum, dalla fissazione di una data “estiva” per la convocazione dei referendum allo scarso spazio riservato dall’informazione televisiva, in particolare sulle reti Rai. In compenso il popolo dell’acqua si è mosso alla grande sia con mezzi tradizionali come il passaparola e la sensibilizzazione porta a porta, sia su internet tramite strumenti come Facebook e Youtube. Ed è proprio su questa strada, con l’impegno di ogni singola persona, che nei prossimi giorni si giocherà la sfida decisiva per il raggiungimento del quorum. “Siamo cittadini - sottolineano dal Comitato promotore -, donne e uomini liberi che da anni si battono per una gestione dell'acqua pubblica, partecipata e democratica. Con impegno, lavoro e passione abbiamo difeso l'acqua dagli speculatori, dal mercato e dagli interessi. Ci battiamo contro la logica del mercato, che vuole che ogni aspetto della nostra vita sia sottoposto alle sue regole. Sull'acqua vogliamo decidere noi”.

Ricordiamo infine i due quesiti sui quali saremo chiamati ad esprimerci. Il primo propone di cancellare la legge sulla privatizzazione del servizio di erogazione dell’acqua potabile: nel 2010 il governo ha varato una norma che intende privatizzare il servizio idrico, in base al quale le aziende pubbliche di gestione del servizio idrico dovranno dismettere buona parte del loro capitale a favore dei privati entro il 2011. Il secondo quesito, invece, propone di cancellare una norma sulla tariffa del servizio idrico, in base alla quale l’utente che paga la bolletta non paga solo i costi della gestione, ma anche il profitto del gestore, la cosiddetta “remunerazione del capitale investito” che trasforma l’acqua in una merce su cui fare profitti.

I seggi rimarranno aperti dalle 8 alle 22 di domenica 12 giugno e dalle 7 alle 15 di lunedì 13 giugno. Chi vota all'estero dovrà far pervenire al proprio consolato il plico con il suo voto entro le 16 di giovedì 9 giugno. Per votare occorrono la scheda elettorale e un documento d'identità in corso di validità. Il 12 e il 13 giugno diciamo due sì per l’acqua pubblica. Perché l’acqua non si vende. Perché l’acqua è un diritto. Perché l’acqua è di tutti.

Notizia del 25/05/2011


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