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Cinque per mille, un nuovo colpo al non profit

Nella nuova legge di Stabilità la copertura passa da 400 a 100 milioni: in pratica ogni contribuente potrà donare solo l'1,25 per mille. Il Governo rassicura, ma il Terzo settore si mobilita con una petizione

Dal 5 all’1,25 per mille. Per l’ennesima volta nubi nere si addensano sulla testa del 5 per mille. Anche quest’anno, nonostante le mille promesse, questo strumento di solidarietà non è stato trasformato in un provvedimento stabile attraverso una legge fiscale, a differenza di quanto già avvenuto in 12 paesi europei. Non bastasse questa eterna provvisorietà (che si protrae ormai da cinque anni, impedendo un minimo di organizzazione del lavoro a oltre 30 mila associazioni ed enti beneficiari), la legge per la Stabilità, la vecchia Finanziaria, porta con sé un’incredibile beffa. Per il 2011, infatti, è stata prevista una copertura di soli 100 milioni, contro i 400 degli anni scorsi. Un taglio netto del 75%.

Non ne fanno le spese solo le onlus e tutti gli altri potenziali beneficiari del 5 per mille, ma anche i cittadini, quei 15 milioni di contribuenti che in questi anni hanno scelto questa strada per sostenere miriadi di attività e progetti a sfondo sociale. Una rete fittissima di iniziative che, in molti casi, supplisce alla mancanza di intervento da parte dell’amministrazione pubblica, in Italia come nel Sud del mondo, visto che i tagli all’aiuto pubblico allo sviluppo hanno praticamente azzerato la cooperazione italiana. Se l’abbassamento del tetto a 100 milioni venisse confermato, ogni contribuente non potrebbe più disporre liberamente del “suo” 5 per mille sull’Irpef, dovendosi accontentare di scegliere la destinazione di appena l’1,25 per mille.

Pur comprendendo che, in un momento di crisi come quello attuale, la coperta è corta per tutti, fa riflettere come il Terzo settore, in tutte le sue molteplici espressioni, sia stato negli ultimi mesi ripetutamente penalizzato e colpito dai tagli. Lo stesso Terzo settore che, in nome della sussidiarietà, molti dei nostri governanti portano ad esempio di una felice e positiva collaborazione con lo Stato. Solo per citare un esempio, il taglio del 5 per mille si aggiunge infatti al blocco delle tariffe postali agevolate per il non profit, cancellate con colpo di spugna lo scorso aprile mettendo migliaia di associazioni nell'impossibilità di comunicare con i propri sostenitori.

Vari esponenti del Governo hanno assicurato che i 100 milioni sono solo un anticipo e che entro maggio la copertura sarà riportata ai livelli precedenti. Ma la via crucis proprio delle tariffe postali, con un fondo di 30 milioni per mitigare gli aumenti che da aprile giace in attesa di un’ultima firma del ministro Tremonti, spinge inevitabilmente a tenere alta la guardia. Per questo invitiamo tutti a firmare la petizione on line lanciata dal Forum del Terzo settore e dal settimanale Vita: è arrivato il momento di far sentire la nostra voce. In difesa del 5 per mille. E di tutte le persone che grazie a questo strumento ricevono aiuto e sostegno. 

Notizia del 24/11/2010


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