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Una macchia verde speranza nel cuore del Mozambico

Nel pieno dell'ergenza alimentare che sta colpendo l'Africa orientale, prende corpo il progetto di Cesvitem ed Esmabama per il potenziamento della produzione di mais nella missione di Estaquinha. Con due partner in più: la Fondazione Prima Spes e la Chiesa Valdese.

Nel pieno dell’emergenza alimentare causata dalla siccità, in un piccolo angolo di Mozambico si sta coltivando una speranza. Circa 1.600 metri quadrati, divisi in 27 lotti, su cui si sta sperimentando la resa di sei diverse varietà di mais. Siamo a Estaquinha, nel sud della provincia di Sofala, e questo campo sperimentale è uno dei primi passi del progetto promosso da Cesvitem ed Esmabama e cofinanziato dalla Cooperazione Italiana. Due anni di lavoro, iniziati il 25 gennaio scorso e finalizzati a migliorare la sostenibilità dei servizi educativi e sanitari gestiti da Esmabama in quattro missioni: Barada, Mangunde, Machanga e, appunto, Estaquinha. Un grande sforzo solidale che negli ultimi mesi ha acquisito due partner in più, la Fondazione Prima Spes e la Chiesa Valdese, che hanno erogato rispettivamente 20.000 e 30.000 euro (frutto questi ultimi dell’8 per mille) a favore delle attività progettuali.

“Con i dati raccolti attraverso il campo sperimentale - spiega Ruggero Guidastri, biologo e capoprogetto - metteremo a punto un protocollo produttivo, da applicare poi su tutti i 43 ettari coinvolti nel progetto e che saranno serviti dal nuovo impianto di irrigazione. Per questa zona sarà una piccola rivoluzione: finora si è sempre coltivato sfruttando esclusivamente le piogge, con gli effetti disastrosi in caso di siccità prolungate ben visibili proprio in questi mesi. Quando sarà attivato il sistema di irrigazione, la coltivazione del mais non dipenderà più dal meteo. Anzi, si potrà coltivare anche durante la stagione secca, raddoppiando così la produzione annuale”.

Il campo sperimentale è solo la più visibile tra le attività avviate in questi primi mesi di vita del progetto. Data la complessità e la pluralità di interventi in programma, un notevole impegno è stato dedicato a un delicato lavoro “dietro le quinte”, fondamentale per garantire la buona riuscita del progetto. “Con Esmabama - sottolinea Guidastri - abbiamo coordinato tutti i dettagli per un’organizzazione ottimale del lavoro, anche dal punto di vista amministrativo. Inoltre va ricordato che il progetto era stato elaborato a fine 2014: per questo abbiamo dedicato molte energie all’attualizzazione di prezzi e modelli dei materiali e dei macchinari previsti dal progetto, con la ricerca di fornitori in grado di offrire attrezzature con il migliore rapporto qualità-prezzo. Inoltre abbiamo effettuato numerosi sopralluoghi in tutte le missioni coinvolte, per aggiornare la situazione riscontrata nel corso della missione realizzata a novembre 2014 in fase di stesura del progetto”.

In questo momento le attività sono concentrate in particolar modo ad Estaquinha, dove, tra la costruzione del nuovo impianto di irrigazione e l’avvio della coltivazione del mais, sarà realizzato l’intervento principale tra quelli previsti dal progetto. “In attesa dell’arrivo delle componenti dell’impianto, in viaggio via mare dall’Italia, abbiamo effettuato l’analisi dei terreni e delle acque che saranno utilizzate per l’irrigazione che hanno confermato in entrambi i casi la loro idoneità alla coltivazione del mais. Inoltre abbiamo riprogettato la presa di captazione del sistema di irrigazione, spostandola dal ramo principale del fiume Buzi a una più vicina area golenale: la siccità in questo caso è stata un vantaggio, in quanto ci ha permesso di verificare come questo stagno si mantenga su buoni livelli anche in periodi di precipitazioni molto scarse”. Sempre in vista della prossima campagna agricola, si è provveduto all’acquisto dei nuovi macchinari previsti dal progetto (mietitrebbia, atomizzatore spray, spandi-concime e biotrituratore) e alla revisione delle macchine agricole già in possesso di Esmabama che saranno utilizzate per la coltivazione.

Notizia del 22/09/2016


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