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Acqua pubblica, la vittoria di tutti

Più di 27 milioni di elettori si sono recati alle urne per i referendum, esprimendosi in modo chiarissimo in difesa dell’acqua pubblica: la difesa dei beni comuni viene prima di qualsiasi schieramento o interesse di parte.

Hanno vinto gli italiani. Tutti gli italiani. Con una straordinaria prova di democrazia, e oltre ogni più rosea previsione, più di 27 milioni di elettori si sono recati alle urne per i referendum sull’acqua pubblica, garantendo il raggiungimento del quorum ed esprimendosi in modo chiarissimo (oltre il 95% di sì) contro ogni tentativo di privatizzazione. Questo nonostante il disinteresse delle televisioni, gli inviti ad andare al mare, la volontà del governo di non accorpare il referendum con le amministrative e la scelta di una data “balneare” a metà giugno.

Al di là del risultato finale, già l’alta partecipazione al voto rappresenta un segnale di forte speranza. “Una dimostrazione - commenta Guido Barbera, presidente di Solidarietà e Cooperazione Cipsi, membro del Comitato referendario - della volontà dei cittadini di partecipare attivamente alla vita politica e sociale del paese. Una grande prova di democrazia. Gli italiani hanno dimostrato che i beni comuni, l’acqua, l’ambiente, la giustizia, sono il vero nocciolo della politica e vengono prima di qualsiasi schieramento o interesse di parte. Hanno affermato con forza la volontà di difendere questi beni da ogni forma di potere e dagli interessi di ogni tipo, a partire da quelli economici. Questa grande mobilitazione, segno di civiltà e di cittadinanza responsabile, ci dice che non ci sono leader che possono condizionare il vero obiettivo della politica, che è la difesa e la garanzia dei nostri diritti”.

La valanga di sì, poi, è il suggello definitivo ad una tornata elettorale che si può davvero definire storica. “Adesso - prosegue Barbera - è il momento della festa per tutti i cittadini, le associazioni, i movimenti della società civile che hanno lavorato in questi mesi per raggiungere questo traguardo e che da anni si impegnano sul fronte del riconoscimento dell’acqua come bene comune e sulla protezione dell’ambiente. Ma da domani si continua a lavorare, con la stessa determinazione ed energia di sempre. Sappiamo bene che i referendum sono una tappa fondamentale di un discorso che deve proseguire. La Costituzione dice chiaramente che la gestione dei servizi connessi ai beni comuni deve avvenire secondo le politiche pubbliche e con forme di partecipazione diretta che escludono il ricorso a forme privatistiche e di mercato. Per questo, il nostro impegno sarà quello di costruire una gestione dei beni comuni che sia pubblica e partecipata, che sia affidata alla responsabilità comunitaria e che coinvolga direttamente cittadini singoli e associati”.

Notizia del 14/06/2011


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