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Obiettivi del Millennio, meno cinque al 2015

Dal 20 al 22 settembre l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha fatto il punto sulla realizzazione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio a cinque anni dalla scadenza del 2015: tanti progressi ma anche tanta strada ancora da fare

A soli cinque anni dalla scadenza nel 2015, dal 20 al 22 settembre l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha riunito a New York i leader mondiali per un confronto sugli Obiettivi del Millennio, l’impegno assunto nel 2000 in occasione del Vertice del Millennio per ridurre la povertà estrema e la fame, per migliorare la salute e l’educazione, per dare potere alle donne e per assicurare la sostenibilità ambientale. Un’occasione importante per fare il punto della situazione, per confrontarsi sui progressi realizzati e sulla strada ancora da percorrere.

Secondo il Segretario dell’Onu Ban Ki-moon “nonostante gli enormi progressi nel potenziamento delle partnership, il 2015 si avvicina velocemente e resta ancora molto da fare”. Il Rapporto annuale 2010 afferma che le lacune nell’attuazione delle azioni concordate per combattere la povertà e innalzare gli standard di vita stanno pregiudicando il conseguimento degli Obiettivi. In particolare, nonostante il volume degli aiuti in denaro abbia raggiunto nel 2009 la cifra record di 120 miliardi di dollari, resta un deficit di circa 20 miliardi di dollari nel livello annuale degli aiuti rispetto a quanto concordato cinque anni fa dal G8. Per questo il Rapporto chiede un rilancio dell’impegno per raggiungere l’obiettivo dello 0,7% del Pil dei paesi donatori da destinare all’aiuto pubblico allo sviluppo.

I progressi non mancano, ma restano inferiori, anche su scala previsionale, rispetto agli Obiettivi. Due esempi su tutti. Il numero di decessi tra i bambini di età inferiore ai cinque anni è sceso dai 12,6 milioni del 1990 a circa 8,8 milioni nel 2008, con una diminuzione del 28%, inferiore però alla riduzione di due terzi fissata per il 2015. Lo stesso vale, sempre in ambito sanitario, per la riduzione di tre quarti del tasso di mortalità materna: siamo ancora lontani da quel 5,5% annuo necessario per raggiungere il traguardo entro il 2015, e centinaia di migliaia di donne, il 99% delle quali residenti nei Paesi in via di sviluppo, muoiono ogni anno in seguito a gravidanza e parto. Eppure, come sottolinea Ban Ki-moon, “questi obiettivi potrebbero essere il motore dello sviluppo”, poiché le donne sono la forza del progresso e i bambini sani sono il punto di partenza per una cittadinanza più forte, educata e maggiormente produttiva.

“Gli Obiettivi del Millennio - sottolineano le Nazioni Unite - possono essere raggiunti, ma occorre agire subito. Molto è stato fatto in questi ultimi dieci anni, molto paesi poveri hanno fatto enormi progressi. Gli Obiettivi hanno portato ad una trasformazione reale sul terreno, soprattutto in Africa, e gli investimenti dei donatori hanno dato i loro frutti. Tuttavia, i risultati sono per ora deboli e molto resta ancora da fare. La buona notizia è che ora sappiamo come arrivarci, conosciamo quello che funziona: un decennio di esperienza ci ha mostrato quali sono le migliori politiche per realizzare gli Obiettivi del Millennio, e come poter salvaguardare i progressi fatti”.

Notizia del 23/09/2010


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