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Caro Poste, salta un numero del Girotondo

Caro Poste, salta un numero del Girotondo

Tremonti non sblocca il fondo di 30 milioni per ripristinare, almeno in parte, le tariffe postali agevolte abolite ad aprile: uno stallo dannoso per tutte le realtà non profit che ci costringe a rinunciare ad un numero della nostra rivista

Una decisione sofferta, ma inevitabile. Quest’anno siamo costretti a “tagliare” un numero della nostra rivista il Girotondo, limitandoci a tre uscite invece delle abituali quattro. La causa è una sola: la sospensione improvvisa, avvenuta lo scorso 31 marzo, delle tariffe postali agevolate, con rincari del 500% per la spedizione anche delle pubblicazioni non profit.

“Quest’anno – spiega il presidente del Cesvitem Simone Naletto – stringendo i denti abbiamo già effettuato due spedizioni a tariffa piena, pagando 0,28 euro a pezzo contro la vecchia tariffa agevolata a 0,064 euro. Contavamo che entro la fine dell’anno qualcosa si risolvesse, ma stante la situazione attuale siamo costretti ad accorpare i numeri di settembre e dicembre in un’unica uscita”. La soluzione poteva essere il fondo speciale di 30 milioni, inserito dal governo nel “decreto incentivi” approvato ancora lo scorso 22 maggio. Ma a quattro mesi di distanza, il ministro dell’Economia Tremonti non ha ancora firmato il decreto necessario per la distribuzione del fondo. E così tutto il mondo non profit si ritrova costretto a navigare a vista. “Stiamo potenziando la comunicazione on line – sottolinea Naletto -, attraverso il sito e la newsletter, ma ci rendiamo conto che così tagliamo fuori i nostri sostenitori che non hanno dimestichezza con i mezzi informatici: la rivista cartacea resta uno strumento fondamentale, in termini di raccolta fondi e di trasparenza”.

Poste Italiane, che ha tutto l’interesse a sbloccare la situazione visto che lo stop delle spedizioni ha provocato un forte calo del fatturato, ha lanciato un’offerta: tariffa a 0,14 euro (comunque oltre il doppio rispetto alle vecchie agevolazioni), ma solo per spedizioni minime di 100 mila pezzi. Numeri irraggiungibili per il Cesvitem e per centinaia di altre realtà non profit. “Ad oggi - sottolinea Andrea Oliviero, portavoce del Forum del terzo settore, in un’intervista al settimanale Vita - verifichiamo la sospensione di moltissimi notiziari e giornali, oltre ad uno stop delle lettere agli associati. Siamo allo smantellamento della comunicazione delle organizzazioni sociali, cosa che rappresenta un danno incalcolabile su diversi fronti: sulle raccolte fondi, sul piano formativo e di sensibilizzazione, sul comparto degli addetti”.

D’altronde, se anche Tremonti dovesse sbloccare il fondo di 30 milioni, sarebbe solo possibile chiudere l’anno con maggiore serenità. Ma, essendo una misura una tantum, per il 2011 si ritornerà comunque al punto di partenza, perché lo Stato non è più in grado di versare 300 milioni di euro all’anno per le tariffe postali agevolate. A questo punto è assolutamente necessario ritrovare un dialogo, per arrivare a una soluzione accettabile per tutti, magari in linea con il resto d’Europa dove il marketing sociale gode di agevolazioni e vantaggi fiscali. “Senza un accordo certo che riconduca il sistema all’interno di costi sostenibili – conclude Oliviero – le associazioni subiranno un danno rilevantissimo, proprio nel momento in cui il governo ribadisce l’importanza del rafforzamento dello sussidiarietà: lo Stato avrebbe tutto l’interesse ad aiutare le organizzazioni a svolgere pienamente il loro lavoro, ma le dichiarazioni vanno da un lato, i fatti dalla parte opposta”.

Notizia del 20/09/2010


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