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Mucaca, quando l'acqua cambia la vita della gente

I nostri partner di Watana stanno costruendo un pozzo in uno dei quartieri di Monapo: contrattempi e ritardi non riescono a frenare la gioia della comunità

Chi la dura la vince. E quando si tratta d’acqua, la vittoria ha un sapore del tutto speciale. Ne sa qualcosa la gente di Mucaca, uno dei quartieri di Monapo, la cittadina del nord del Mozambico dove da anni il Cesvitem è presente grazie alla collaborazione con l’associazione Watana. E proprio Watana è stata protagonista di un’iniziativa destinata a cambiare radicalmente la vita di oltre 3.500 persone: lo scavo di un pozzo per il rifornimento di acqua potabile.

Tutto è cominciato grazie ad una donazione ad hoc di 7.000 euro giunta al Cesvitem per la realizzazione di un pozzo in Africa. La scelta di dove destinare questi fondi è stata chiara fin da subito. “Mucaca - spiega Adolfo Saquina, presidente di Watana - è un bairro periferico di Monapo e, nonostante la sua popolazione sia in continuo aumento, è servito in modo molto deficitario dall’acquedotto municipale. Migliaia di persone sono così costrette a servirsi di pozzi scavati a mano, che però non sono certo garanzia di trovare acqua pulita e potabile. Senza contare che, a causa della loro scarsa profondità, da agosto a dicembre anche questi pozzi sono completamente secchi. Per mesi dunque l’unica fonte d’acqua resta il Rio Monapo, che dista però più di tre chilometri dalle case”.

Che l’acqua a Mucaca sia particolarmente rara se ne sono accorti anche i tecnici della ditta incaricata di realizzare la perforazione. “Due tentativi - racconta Adolfo - realizzati tra gennaio e febbraio non hanno portato a nessun risultato: la trivella, esattamente nel centro del bairro, si è spinta fino a 50 metri di profondità, trovando però solo terra e roccia. Un terzo tentativo ha trovato acqua a 19 metri, ma si trattava di una semplice lingua di meno di trenta centimetri che non avrebbe assolutamente garantito un rifornimento costante d’acqua. A questo punto, d’accordo con le autorità e con i leader della comunità, ci siamo spostati di circa 500 metri dal primo punto prescelto, ma comunque sempre a ridosso delle case. Qui, finalmente, a 50 metri di profondità abbiamo trovato l’acqua”.

Ma in Africa non si può mai cantare vittoria troppo presto. Una volta pulito e rivestito lo scavo con tubi in pvc, i lavori hanno subito un nuovo stop forzato. “Da alcuni mesi - spiega Adolfo - nella nostra zona è praticamente impossibile trovare cemento: siamo in un’area rurale e la fabbrica produttrice più vicina, nel porto di Nacala, ha drasticamente ridotto la produzione. Per questo abbiamo dovuto rinviare di qualche settimana il completamento del pozzo, con la realizzazione della piazzola di cemento e l’installazione della pompa manuale”. Ma per la gente di Mucaca un contrattempo del genere non fa nessuna differenza. “Per loro anche solo vedere che qualcuno si è interessato alle sorti del barrio e dei suoi abitanti è già una grandissima cosa. Ogni tentativo di perforazione attirava tantissime persone, che seguivano i lavori facendo un tifo da stadio. E quando abbiamo trovato l’acqua è stata una festa incredibile. Tutti ci abbracciavano e continuavano a ringraziarci. Aspettare qualche settimana in più non è assolutamente un problema: l’acqua è arrivata e la vita di questa comunità sta per cambiare completamente".

Notizia del 19/03/2010


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