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Progetto Esmabama, partiamo dall'acqua

Il 25 gennaio partirà il grande progetto agricolo che per due anni ci vedrà impegnati nella Provincia di Sofala, nel cuore del Mozambico. Il primo passo sarà la costruzione di un grande sistema di irrigazione e drenaggio, che permetterà di aumentare di venti volte il raccolto di mais.

Manca solo un mese per l’inizio di un nuovo, significativo capitolo della nostra presenza in Mozambico. Adesso abbiamo anche la data ufficiale: 25 gennaio 2016. In quel giorno partiranno ufficialmente le attività del Progetto Esmabama, che per due anni ci vedrà impegnati nella Provincia di Sofala, nel cuore del Mozambico: potenzieremo il settore agro-zootecnico di quattro missioni, allo scopo di migliorare la sostenibilità dei loro servizi educativi e sanitari. Il tutto a vantaggio di oltre 300 mila persone, tra beneficiari diretti e indiretti. Lavoreremo fianco a fianco con Esmabama, un nuovo partner con cui condividiamo a fondo l’idea di autosviluppo, ovvero il mettere le comunità locali nelle condizioni di essere protagoniste principali della costruzione del loro futuro.

Il cuore del progetto sarà il potenziamento della produzione di mais nella missione di Estquinha, al fine di coprire il fabbisogno dei convitti collegati alle otto scuole presenti nelle quattro missioni e di creare un surplus che, una volta collocato sul mercato, generi un reddito in grado di contribuire alla sostenibilità economica dei servizi sanitari e, appunto, scolastici. “Sarà una grande sfida - sottolinea dal Mozambico Fabrizio Graglia, direttore di Esmabama -: in media negli ultimi cinque anni la produzione non è andata oltre 22,5 tonnellate. Il progetto punta ad arrivare a 430 tonnellate: una quantità sufficiente a coprire il fabbisogno annuale di tutti i convitti scolastici delle missioni (pari a 293 tonnellate) e a creare nel contempo un’eccedenza produttiva pari a 136 tonnellate che, secondo i nostri calcoli, una volta collocata sul mercato potrebbe portare ad un ricavo pari a 36.000 euro all’anno”. Per permettere questo notevole salto produttivo saranno introdotte tecniche di coltivazione più moderne, basate in particolare sulla meccanizzazione delle varie fasi del ciclo colturale. Ma la vera rivoluzione sarà l’acqua.

“In questa zona, come un po’ in tutta l’Africa – spiega Fabrizio - il problema principale per lo sviluppo delle attività agricole è l’irrigazione. I sistemi di irrigazione meccanica sono rarissimi e tutto dipende dalle piogge, che normalmente arrivano a novembre: con le prime precipitazioni i contadini seminano il mais che raccoglieranno quattro mesi dopo, garantendo la sopravvivenza alle proprie famiglie”. Il problema è che l’andamento delle precipitazioni è sempre più incostante, da un anno all’altro si passa da alluvioni a siccità estreme. “Nel 2014, a fine febbraio, andai a visitare una delle nostre missioni, quella di Machanga: era appena finita la stagione delle piogge e non riuscii ad arrivare al villaggio perché era tutto allagato e intransitabile. Quest’anno, stesso posto e stesso periodo, bisognava viaggiare con i finestrini chiusi ermeticamente per l’impressionante quantità di polvere che sia alzava dal terreno completamente secco”. Che piova troppo o troppo poco il risultato è lo stesso: un raccolto scarso. “Attendiamo con ansia l'avvio del progetto. Ormai è da più di un anno che aspettiamo la pioggia. I nostri raccolti e quelli delle comunità si sono seccati. Il mais per fare la polenta è introvabile o a prezzi esorbitanti. La fame è una realtà quotidiana”.

La prima annualità del progetto, cofinanziato dal Ministero Affari Esteri, sarà dunque incentrata sulla gestione delle acque nei terreni di Estaquinha: sarà riabilitato un vecchio sistema di irrigazione e ne sarà realizzato uno completamente nuovo, entrambi collegati al fiume Buzi, servendo complessivamente 78 ettari di terreno. Sullo stesso appezzamento sarà inoltre realizzato un sistema di drenaggio, in modo da prevenire le inondazione in caso di precipitazioni in eccesso. Un investimento importante (155.467 euro), giustificato dal fatto che questi interventi rappresentano la chiave di volta dell’intero progetto. “Alla fine - sottolinea Fabrizio - non dipenderemo più dalla pioggia, al punto tale che potremmo perfino raddoppiare i cicli di produzione, coltivando il terreno anche nella stagione secca: e l’obiettivo delle 430 tonnellate all’anno sarà molto più vicino”.

Vuoi partecipare anche tu a questa grande avventura? Bastano 20 euro per irrigare cento metri quadrati dei terreni di Estquinha! Scopri come versare il tuo contributo cliccando sul link “Sostieni questo progetto” nel box approfondimenti.

Notizia del 21/12/2015


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