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Cipsi: non legalizziamo l'odio razziale

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Cipsi: non legalizziamo l'odio razziale

L’assemblea del coordinamento stigmatizza il ddl sulla sicurezza: “La Costituzione e la Dichiarazione universale dei diritti umani sono costantemente violate dai provvedimenti del Governo, che rischiano di legalizzare la paura del diverso”

L’assemblea delle 48 associazioni del Cipsi, riunitasi a Genova il 14 e 15 marzo, ha ribadito l’impegno del coordinamento rispetto alla tutela dei diritti di tutti gli esseri umani. In particolare ha deliberato di prendere posizione sulle continue e ripetute violazioni ai diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione e dalla Dichiarazione Universale dei diritti umani. Guido Barbera, presidente del Cipsi, ha dichiarato: “Il ddl sulla sicurezza del governo Berlusconi introduce il carcere fino a quattro anni per i clandestini che restano in Italia nonostante l'espulsione, la schedatura dei senzatetto, la legalizzazione delle ronde di cittadini non armate, la possibilità per i medici di denunciare i clandestini. Ed ancora: i cittadini stranieri irregolari non potranno registrare la nascita dei loro figli, in palese violazione non solo della Costituzione, ma anche della Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. I bambini non registrati saranno privi di qualsiasi identità. Non avranno accesso alle scuole e alle strutture sanitarie. Non avranno un nome né documenti. Saranno completamente invisibili, apolidi”.

“Noi associazioni Cipsi - prosegue Barbera - ribadiamo i valori della nostra Carta costituzionale a tutela della vita e della dignità di ogni essere umano. Come cittadini italiani, chiediamo al nostro Governo e a tutte le istituzioni di rispettarli e di rafforzarli nella convivenza umana basata sulla reciproca fiducia. Diciamo basta ad un’informazione che porta a paura sociale. Chiediamo e ci impegneremo in ogni modo a diffondere la bellezza e la ricchezza del dialogo e dell’incontro tra tutti i cittadini del mondo. Uno stato non è grande e forte per il suo potere e le sue leggi, ma per la capacità di costruire armonia, rispetto della dignità di tutti e democratica convivenza e partecipazione alla vita sociale. L’amore salverà il mondo, non l’odio”. Per questo il Cipsi stigmatizza le parole del ministro degli Interni, Roberto Maroni, che ha affermato la necessità, per contrastare l'immigrazione clandestina, di “non essere buonisti ma cattivi, determinati per affermare il rigore della legge”: parole che alimentano solo un clima di odio razziale e di paura degli altri, considerando la sicurezza una chiusura verso ogni diversità. 

“Siamo convinti - conclude Barbera - che l’attuale crisi economica, possa rappresentare una grande opportunità se sapremo uscirne insieme, riannodando i fili della solidarietà e del dialogo. Accogliendoci reciprocamente. Rispettandoci nelle nostre diversità. Riconoscendo i diritti e i doveri di tutti. Nessuno escluso: anche i clandestini. Anche i Rom. Riteniamo necessario concentrare il nostro impegno per giungere ad un forte ripensamento del nostro vivere insieme. Un ripensamento che riparta dai grandi valori condivisi su cui si fonda la nostra Costituzione ed il nostro vivere civile. Per questo ci appelliamo ai mezzi di comunicazione, affinché promuovano un’informazione positiva che non alimenti paure e divisioni”.

Notizia del 17/03/2009


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