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Boko Haram, il terrore visto dal Ciad

Un attentato di Boko Haram in Nigeria

Boko Haram, il terrore visto dal Ciad

Il 1° giugno sono stati liberati i due missionari italiani e la suora canadese rapiti in Camerun dagli estremisti di Boko Haram. Un lieto evento purtroppo isolato nel continuo stillicidio di attentati che insanguinano la Nigeria e il nord del Camerun. Ecco cosa scriveva pochi giorni prima don Giulio Zanotto dalla non lontana Fianga, in Ciad, tra la preoccupazione per i confratelli e il timore di infiltrazioni terroristiche.

Nelle scorse settimane, dal 29 aprile al 7 maggio, sono stato a Ngaoundere per la consueta settimana di riposo e di aggiornamento per i missionari italiani del Camerun e del Ciad. Di solito c’è un clima disteso, di familiarità, di vacanza, un po’ come un campo scuola. Questa volta invece l’atmosfera era cupa: pesava su tutto e su tutti il sequestro di due nostri amici, due preti vicentini, don Gianantonio e don Giampaolo, e di una suora canadese, suor Gilberte, ottantenne e malata.

Ad inizio aprile sono stati prelevati dalla parrocchia di Tchere, nell’estremo nord del Camerun, e da allora non si hanno più notizie di loro. Il rapimento non è stato rivendicato, ma tutti pensano agli islamisti di Boko Haram. Nella stessa zona del Camerun, la setta che sta terrorizzando da anni il nord della Nigeria aveva sequestrato l’anno scorso una famiglia francese con quattro bambini e, prima di Natale, un prete, sempre francese. Sono stati liberati tutti, quasi sicuramente dopo il pagamento di un riscatto.

Boko Haram è letteralmente contro l’insegnamento occidentale: “Boko” viene dall’inglese book, libro, mentre “Haram” significa impuro, il contrario di halal. Non a caso l’ultimo colpo della setta, il più spettacolare, è stato il rapimento di più di duecento ragazze da una scuola nigeriana. La Nigeria è il paese più ricco dell’Africa: 160 milioni di abitanti, primo produttore di petrolio del continente, una discreta industrializzazione. La ricchezza però si concentra nel sud e al centro del paese, il nord resta profondamente arretrato e quindi terreno fertile per ogni tipo di fanatismo. Lo stato é sostanzialmente assente pur avendo uno degli eserciti più efficienti della regione. Da qualche mese cerca di risolvere il problema con l’aviazione: bombardando dall’alto i villaggi che ritiene dalla parte degli islamisti: già un paese che bombarda la propria popolazione la dice lunga sulla situazione...

Fino all’anno scorso il problema sembrava circoscritto nel nord est della Nigeria: attentati contro le chiese, contro le caserme, stragi nelle scuole e in diversi villaggi. Poi hanno fatto saltare la sede dell’Onu ad Abuja, la capitale al centro del paese, e cominciato ad effettuare i primi sequestri di occidentali per finanziarsi, anche oltre i confini nigeriani. Adesso sembra proprio che anche il nord Camerun sia “contaminato” in profondità dalla presenza dei Boko Haram, con nuclei di fondamentalisti formati da camerunesi. Gli occidentali se ne sono quasi tutti andati, i missionari rimasti sono perennemente scortati, sia in casa che fuori.

Per il momento, il Ciad, incredibile a dirsi, è un’oasi di pace e di sicurezza. Caso mai i problemi vengono dal sud, dal caos totale che destabilizza la Repubblica Centrafricana. Ma qualora la progressione dei fondamentalisti di Boko Haram continuasse, dopo il nord del Camerun c’è il Ciad. In linea d’aria, tra Fianga e il luogo in cui sono stati rapiti i nostri amici ci sono poco più di cento chilometri.

Notizia del 21/05/2014


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