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Iday, una giornata per il diritto all'istruzione in Africa

Il 16 giugno è stata celebrata la Giornata internazionale dell'infanzia africana: nell'anniversario del massacro degli studenti di Soweto una sfida per il futuro del Sud del mondo

Il 16 giugno 1976 a Soweto, in Sudafrica, centinaia di studenti vennero massacrati dalla polizia mentre marciavano contro la scarsa qualità della loro formazione, per difendere il loro diritto all’istruzione. Per mantenere memoria di quei fatti, che hanno cambiato il volto di una nazione oggi sotto i riflettori per i mondiali di calcio, il 16 giugno di ogni anno si celebra l’Iday, la Giornata internazionale dell’infanzia e della gioventù africana: un giorno di mobilitazione della società civile per incoraggiare le autorità africane ed europee ad accrescere i mezzi messi in campo per realizzare entro il 2015 l’obiettivo dell’insegnamento universale di qualità, così come previsto dagli Obiettivi del Millennio. In Italia l’evento è promosso, sotto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, dalle quattordici organizzazioni, tra cui Cesvitem e Cipsi, che compongono la rete di Iday Italia.

“Il sacrificio degli studenti di Soweto - sottolinea Guido Barbera, presidente del Cipsi - ci ricorda che l’istruzione è un diritto di tutti. La Dichiarazione universale dei diritti umani, all’articolo 26, non solo riconosce l’istruzione come diritto umano fondamentale, ma ci dice che  deve essere gratuita, almeno per quanto riguarda la scuola primaria, e obbligatoria. Nonostante questo riconoscimento, ancora oggi le istituzioni e i governi tendono a considerare l’istruzione come un bisogno, piuttosto che come un diritto. Dunque non un elemento da garantire a tutti, ma un bisogno che come tale va pagato e che spesso viene dato per scontato. Il silenzio e lo scarso interesse della politica, dei media, delle istituzioni su queste tematiche è molto allarmante. È evidente ormai che gli Obiettivi di sviluppo del millennio non saranno raggiunti nemmeno per quanto riguarda l’istruzione. In questo pesano gravemente i tagli continui alla cooperazione, soprattutto da parte dell’Italia, che è ben lontana dal mantenere le tante promesse e gli impegni assunti in tutti i vertici internazionali”.

Eppure, come afferma il presidente del Cesvitem Simone Naletto, “la promozione del diritto all’istruzione è una sfida essenziale per il futuro: solo investendo sulle nuove generazioni possiamo aiutare interi popoli a camminare sulla strada dell’autosviluppo, solo mettendo bambini e ragazzi nelle condizioni di sviluppare le loro capacità e potenzialità possiamo costruire un mondo migliore e, soprattutto, più giusto”.

Nonostante i passi avanti compiuti negli ultimi anni, sono ancora 32 milioni i bambini africani privi di accesso all’istruzione. Le cause possono essere molteplici: la necessità economica di lavorare per aumentare il reddito della famiglia, il luogo di nascita, il sesso, l’appartenenza etnica, la malnutrizione, i conflitti in corso. “In particolare - spiega Barbera - ben il 60% degli esclusi dalla scolarizzazione in Africa sono bambine: il raggiungimento della parità di genere a livello educativo è una fondamentale sfida nella sfida, perché consentirebbe alle donne di migliorare la loro condizione e quella della loro famiglia, le aiuterebbe a sottrarsi allo sfruttamento e agli abusi, favorirebbe lo sviluppo economico”.

Notizia del 16/06/2010


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