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Pacchetto (in)sicurezza: noi disobbediamo!

Foto Tureturillo (flickr.com)

Appello: Pacchetto (in)sicurezza? Noi disobbediamo!

Il Cesvitem aderisce all'appello promosso da un gruppo di associazioni trentine contro il Decreto sicurezza approvato dal Parlamento

Da oltre vent’anni il Cesvitem è impegnato nella promozione del dialogo tra culture, inteso, come indicato nello statuto dell’associazione, “come rafforzamento della conoscenza e della solidarietà reciproci fra i popoli” e basato ”sul riconoscimento e sul rispetto dei valori culturali, umani e religiosi di cui ognuno è portatore”. Per questo motivo, all’indomani dell’approvazione da parte del Parlamento del Decreto sicurezza, esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per il clima di crescente discriminazione nei confronti dei cittadini stranieri che si sta creando nel nostro Paese e siamo lieti di aderire e diffondere il sottostante appello promosso da un gruppo di associazioni trentine. È possibile sottoscrivere l’appello collegandosi al sito www.vitatrentina.it/partecipa o inviando una e-mail all’indirizzo partner@unimondo.org.


PACCHETTO (IN)SICUREZZA? NOI DISOBBEDIAMO!

“Se voi avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni sono la mia Patria, gli altri i miei stranieri”. (don Lorenzo Milani)

Il "Pacchetto sicurezza" approvato in via definitiva dal Parlamento rende la nazione più insicura introducendo la discriminazione tra persone in base alla distinzione di condizioni personali e sociali. Ciò è in contrasto con l’art. 3 della Costituzione Italiana.

La legge:

  • Decreta il reato di clandestinità. Chi cerca futuro o pane non è, di per se, un potenziale delinquente. Con questa norma incorre in reato lo straniero che perde il lavoro ed entro sei mesi non riesce a trovarne un altro; l’assistente domiciliare o colf che da mesi assiste i nostri anziani; i minori figli di immigrati irregolari; molti lavoratori del settore agricolo e turistico; … sono tutti da punire penalmente? E che fine farà tutto il lavoro svolto in questi anni per armonizzare il diritto con l’accoglienza per promuovere l’integrazione?
  • Riconosce le associazioni “di volontari per la sicurezza” (ronde). E' preoccupante la delega a privati cittadini di compiti che sono propri delle forze dell’ordine, alimentando, in maniera perversa, un clima di diffidenza e insicurezza. Ritorniamo ad abitare i nostri territori, le strade e le piazze, re-imparando a relazionare: dal “buon vicinato” sino alla solidarietà quotidiana.
  • Obbliga i pubblici ufficiali alla denuncia. Le istituzioni pubbliche da garanti dei diritti fondamentali diventano persecutorie. E’ alto il rischio di fuga e paura verso i servizi pubblici fondamentali quali scuola, sanità, servizi sociali. Questo potrebbe portare al diffondersi di organizzazioni criminose che attendono a queste necessità.
  • Istituisce un albo per i clochards e i senza dimora, stigmatizzando così una categoria di persone già debole e senza difese. Questo provvedimento toglie possibilità all’iniziativa degli Enti Locali di gestire situazioni e casi con sensibilità e buon senso.

Chiediamo:

  • Ai nostri referenti politici:
    - sostanziali modifiche alla legge approvata e non solo a favore di colf e badanti;
    - non permettere il sorgere di alcuna associazione volontaria per la sicurezza;
    - favorire iniziative di relazione e integrazione in nome della tutela dei diritti umani;
    - di indagare sul destino delle persone rimpatriate.
  • Ai pubblici ufficiali:
    - praticare la disobbedienza civile non denunciando lo straniero irregolare.
  • Alla cittadinanza:
    - sottoscrivere e fare sottoscrivere il presente appello;
    - sostenere tutte le iniziative di accoglienza, solidarietà e tutela dei diritti fondamentali di ogni persona.

Notizia del 20/07/2009


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