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Accogliere: il 28 ottobre Eugenio Melandri a Mirano

Prende il via a Mirano (VE) il ciclo di incontri "Comunità on-off": tre serate per accendere la luce sul tema delle migrazioni e per riflettere sulle sfide della globalizzazione. Primo ospite Eugenio Melandri, storico esponente dei movimenti per la pace e la solidarietà con il Sud del mondo.

AVVISO IMPORTANTE. A causa del sovrapporsi di più impegni, siamo spiacenti di informare che nella giornata di giovedì 27 il dottor Pietro Bartolo ci ha comunicato di non poter prendere parte all’incontro in programma venerdì 28 ottobre, prima serata dell'itinerario "Comunità on-off".
Desiderosi di mantenere comunque uno spazio di approfondimento e confronto sul tema accoglienza, data anche la sua stretta attualità, confermiamo comunque l’appuntamento alle 20.45 presso l’auditorium dell’Istituto Engim. Relatore della serata sarà Eugenio Melandri, coordinatore di Chiama l’Africa. Già missionario ed europarlamentare, Melandri è uno storico esponente dei movimenti per la pace e la solidarietà con il Sud del mondo. 
Scusandoci per il cambio di programma, confidiamo comunque nella presenza di tutti per poter riflettere assieme su una delle più grandi sfide per l’oggi e il domani delle nostre comunità.

On-off. Acceso-spento. Parte venerdì 28 ottobre a Mirano (VE) “Comunità on-off”, itinerario culturale promosso dal Cesvitem in collaborazione con le Acli e con le parrocchie di San Michele Arcangelo e San Leopoldo Mandic. Tre incontri, tre testimoni d’eccezione per provare ad “accendere la luce” su una delle sfide cruciali per il presente e il futuro della nostra società, la gestione dei flussi migratori dal Sud al Nord del mondo: si parte il 28 con Eugenio Melandri, storico esponente dei movimenti per la pace e la solidarietà con il Sud del mondo, per poi proseguire il 27 gennaio con padre Giulio Albanese, missionario e giornalista, e il 31 marzo con padre Alex Zanotelli, missionario comboniano da anni in prima linea per la difesa dei beni comuni. Tutti gli incontri si svolgeranno con inizio alle 20.45 nella ex chiesa dei Padri Giuseppini presso l’Istituto Engim, in via del Murialdo 1 (zona Ospedale).

“Cercheremo - sottolinea il presidente del Cesvitem Simone Naletto - di andare oltre il dato di cronaca, oltre le polemiche che monopolizzano il dibattito pubblico sul tema migrazione. I tre incontri voglio essere uno spazio di riflessione e approfondimento, con l’obiettivo di promuovere una riflessione sulle sfide culturali ed economiche poste a tutti noi, come singoli e come comunità, dal fenomeno della globalizzazione. Capire cosa c’è dietro questo fenomeno è il primo passo per gestirlo al meglio, per trovare il modo di convivere con un mondo che, volenti o nolenti, è in continuo mutamento”.

Ogni incontro ruoterà attorno ad un verbo chiave: accogliere, conoscere, condividere. “Con Eugenio Melandri partiremo proprio dal tema dell’accoglienza. Perché non si tratta più di ragionare sul “se”, ma sul “come”. I processi della globalizzazione, con la contrazione di ogni distanza, e l’esplosione di tutte le contraddizioni di un modello di sviluppo ben poco sostenibile, fanno sì che l’arrivo di migranti (profughi, esuli, richiedenti asilo, ma anche dei cosiddetti “migranti economici”) non sia più l’eccezione, ma la regola. E allora cosa significa “accogliere”? Come farlo in modo da rispettare la dignità di chi arriva e, contemporaneamente, salvaguardare chi nelle nostre comunità è rimasto indietro?”.

Negli incontri successivi con padre Albanese e padre Zanotelli l’accento passerà rispettivamente su “conoscere” e “condividere”. “Se la globalizzazione ha contratto le distanze - conclude Naletto - occorre renderci conto che, di conseguenza, sono aumentate le responsabilità di ciascuno di noi nei confronti di persone e comunità che vivono anche a migliaia di chilometri di distanza. Di fronte ai fenomeni globali, non possiamo limitarci a sentirci vittime né, tanto meno, troppo piccoli per essere influenti, perché le conseguenze di ogni nostra scelta, anche nella vita di tutti i giorni, non si fermano sull’uscio di casa nostra. Per questo conoscere e condividere sono due strade difficili ma, probabilmente, obbligatorie se vogliamo provare ad uscire dal circolo vizioso in cui si è infilata questa nostra umanità”.

Notizia del 25/10/2016


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