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Il Progetto Pozzi Ciad ha fatto 13… e non si ferma qui!

Nell'area di Fianga sono già tredici i pozzi realizzati quest'anno, che vanno ad aggiungersi ai 44 scavati negli ultimi due anni. Entro giugno, quando inizierà la stagione delle piogge, c'è bisogno di intervenire in altri otto villaggi.

Mentre a causa del Nino metà Africa boccheggia a causa di una siccità senza precedenti negli ultimi sessant’anni, nel cuore del continente decine di comunità guardano al futuro con speranza. Tutto merito del Progetto Pozzi Ciad, l’iniziativa promossa dai missionari della diocesi di Treviso in servizio a Fianga, nel sud-est del paese, e sostenuta dal 2013 dal Cesvitem: solo quest'anno sono già 13 gli interventi realizzati, mentre altri otto villaggi sono in lista d'attesa.

“Negli ultimi due anni - racconta don Stefano Bressan, referente del progetto - anche qui da noi non ha piovuto molto, almeno in termini di precipitazioni totali. L’ultima stagione delle piogge, nel 2015, è stata particolarmente scarsa. Inizialmente la gente era molto preoccupata. Poi, per fortuna, le precipitazioni, seppur deboli, si sono ben distribuite nel corso delle settimane, mantenendo l’umidità dei campi ad un buon livello per un lungo periodo e permettendo un buon raccolto”. A migliorare ulteriormente la situazione ci ha pensato un’ulteriore anomalia climatica. “Da novembre a gennaio ha fatto fresco. Intendiamoci, qui “fresco” significa comunque temperature minime sopra i 12 gradi. Più che sufficienti, però, per realizzare un secondo raccolto, in quanto è stato possibile coltivare il miglio bianco”. Le scarse precipitazioni restano però un problema. “Già a gennaio il lago Fianga era molto basso, alla fine della stagione secca probabilmente saremo  ai livelli più bassi negli ultimi dieci anni. Da quando sono arrivato in Ciad, nel 2008, l’unica stagione delle piogge veramente abbondante è stata nel 2012: precipitazioni estese e imponenti, che hanno letteralmente “imbevuto” il terreno alzando in modo significativo il livello delle falde superficiali. Ma, anche a sentire la gente del posto, si è trattato di un’eccezione, di un’anomalia che non si vedeva da almeno quarant’anni”.

A tenere viva la speranza ci pensa, come detto, il Progetto Pozzi, grazie a cui tra il 2014 e il 2015 sono stati scavati ben 44 pozzi, portando acqua a oltre 18 mila persone. E anche la campagna 2016 sta procedendo molto bene, nonostante le mille difficoltà quotidiane legate alla particolarità del contesto. “Abbiamo già scavato 13 pozzi, ma ci sono ancora otto villaggi in lista d’attesa: due di questi hanno già versato il contributo economico previsto dal progetto, quindi dobbiamo solo organizzare il cantiere. Entro giugno, quando inizierà la stagione delle piogge, speriamo di avere i fondi per dare una risposta concreta a tutti i bisogni”. È invece in stand-by il nuovo pozzo per la scuola di Kolyang, uno degli obiettivi principali di questi mesi di lavoro. “Qui il sottosuolo è roccioso, quindi dobbiamo coinvolgere una ditta con i mezzi adatti per la trivellazione meccanica. Una prima ditta ha fatto un paio di tentativi andati a vuoto, a causa in particolare della scarsa qualità dei loro macchinari. Poi ci siamo fermati perché si è verificata un’importante novità: sono stati aperti i cantieri per collegare all’acquedotto anche la zona di Fianga in cui si trova la scuola. La sorpresa è stata relativa. Il 10 aprile scorso erano in programma le elezioni presidenziali e in tutto il paese si sono moltiplicati i lavori pubblici. Noi abbiamo subito presentato domanda per l’allacciamento della scuola, ora staremo a vedere se, passate le votazioni, i lavori proseguiranno comunque”.

Il Cesvitem ringrazia di cuore tutti coloro che in questi mesi stanno contribuendo al Progetto Pozzi Ciad: l’agenzia Leonardi Viaggi di Padova, la scuola media Giovanni XIII di Cazzago (VE), l’associazione CammiNando e tutte le persone che hanno effettuato donazioni a favore del progetto. Con un piccolo sforzo in più possiamo concludere alla grande anche quest’anno!

Notizia del 26/04/2016


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