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Il mondo è in guerra, dichiariamo la pace!

Non solo Ucraina: il 2013 è stato l'anno con più conflitti dalla fine della seconda guerra mondiale. Per questo il Cesvitem aderisce all'appello "Dalla Grande Guerra alla Grande Pace", per chiedere all'Onu il riconoscimento giuridico del diritto alla pace.

Siria, ovviamente. Ma anche Afghanistan, Iraq e Pakistan. E poi Mali e Repubblica Centroafricana. Dalla fine della Seconda guerra mondiale non c’è mai stato un anno con così poca pace come il 2013. A dirlo è l’ultimo rapporto dell’Istituto di Heidelberg, autorevole ente indipendente tedesco. per l’indagine sui conflitti internazionali. Nell’anno appena trascorso sono stati infatti registrati 414 conflitti, nove in più rispetto al 2012. Di questi, venti (due in più rispetto all’anno precedente) sono stati valutati come “guerre”, il più grave dei cinque livelli in qui vengono classificati i conflitti armati. E il 2014, con la crisi tra Ucraina e Russia, non è certo partito con il piede giusto.

Bastano questi numeri per comprendere il senso dell’appello “Dalla Grande Guerra alla Grande Pace”, lanciato da Tavola per la Pace e Cipsi e a cui aderisce tra i primi firmatari anche il Cesvitem. Un'iniziativa di sensibilizzazione che accompagna la discussione in corso al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite per sancire il riconoscimento giuridico del diritto alla pace.

“Cento anni fa scoppiava la Prima guerra mondiale, lasciando sul campo più di 10 milioni di morti e 20 milioni di feriti, mutilati, invalidi. Le centinaia di guerre che sono venute dopo hanno causato più di duecento milioni di morti, senza contare i cosiddetti “danni collaterali” (milioni e milioni di donne, uomini e bambini uccisi o dilaniati dalla fame e dalle malattie conseguenza delle stesse guerre) e l’immensa quantità di beni e risorse che sono stati distrutti e sottratti allo sviluppo dell’intera umanità.
[…] Dopo cento anni di orribili massacri e crimini contro l’umanità è venuto il tempo di riconoscere che la pace è un diritto umano fondamentale della persona e dei popoli, pre-condizione necessaria per l’esercizio di tutti gli altri diritti umani. […] Il riconoscimento giuridico dello specifico diritto alla pace da parte della comunità internazionale, di cui in questi mesi si sta discutendo al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite in vista dell’adozione di una apposita Dichiarazione, impegnerà gli stati ad agire con maggiore determinazione e coerenza in favore della sicurezza umana, di un disarmo reale, della risoluzione pacifica dei conflitti in corso, […] e a dare effettiva attuazione a quanto dispone l’articolo 28 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: “Ogni individuo ha diritto a un ordine sociale e internazionale nel quale tutti i diritti e le libertà enunciati nella presente Dichiarazione possono essere pienamente realizzati”.
Per l’affermazione del diritto alla pace devono mobilitarsi tutte le persone di buona volontà, le associazioni di volontariato, i movimenti sociali [...]. Cento anni dopo la “Grande Guerra” è possibile inaugurare l’era della “Grande Pace”. Cento anni di guerre bastano! Abbiamo diritto di vivere in pace!”

La realizzazione di tutto ciò dipende anche da te: aderisci subito all’appello inviando una mail all’indirizzo info@perlapace.it. Dichiara e fai dichiarare la pace!

Notizia del 04/03/2014


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