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Ciad: diritti umani? Tutti zitti!

Un'immagine di mons. Russo, vescovo di Doba

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Ciad: diritti umani? Tutti zitti!

Nella sua periodica e-mail di aggiornamento dalla missione di Fianga, don Giulio Zanotto racconta con preoccupazione i costanti attacchi alla libertà di espressione nel paese. Sacerdoti, giornalisti, sindacalisti: chi parla fuori dal coro è immediatamente messo a tacere.

Carissimi amici,
continuo a mandarvi qualche notizia “quotidiana” nel tentativo di arricchire la vostra immaginazione a riguardo dell’Africa e della missione. Parto con un aggiornamento sulla situazione politica. Il 12 ottobre il vescovo di Doba, il comboniano italiano Michele Russo, é stato espulso dal paese per aver criticato, durante un’omelia, la gestione dei fondi proveniente dall’estrazione del petrolio. Tutti conoscono questo problema, tutti ne parlano: anche qui, come in molti altri paesi africani, la ricchezza del petrolio si sta trasformando in una maledizione. Con l’espulsione di monsignor Russo si é voluto mettere a tacere una voce insistente e significativa della società ciadiana: secondo il governo, anche se risiede in Ciad da 35 anni, in fondo é uno straniero e non deve interessarsi dei problemi interni del paese.

É un momento difficile questo per la libertà di espressione in Ciad. Negli ultimi tempo sono state messe a tacere importanti voci che disturbano le autorità. A metà settembre, dopo più di due mesi di sciopero per le promesse non mantenute del governo, il presidente e il segretario dell’Ust, il più importante sindacato ciadiano, sono stati condannati a 18 mesi di carcere (con la condizionale) per aver diffuso una petizione dove si denunciava il nepotismo del presidente Idriss Deby, la gestione del petrolio e il malgoverno. Per la stessa vicenda é stato colpito anche il giornale N’djamena-Hebdo, un bi-settimanale dell’opposizione, il giornale più vecchio e più letto nel paese. Per aver dato notizia della petizione del sindacato si è visto sospendere per 3 mesi la pubblicazione, oltre ad un anno di carcere (con la condizionale) per il direttore e una pesante multa.

Deby, solitamente amante degli incontri internazionali, non ha partecipato ad ottobre al vertice dei paesi francofoni tenutosi a Kinshasa, nello Repubblica Democratica del Congo. Si è evitato così l’imbarazzo di incontrare il nuovo presidente francese Hollande, che lo avrebbe probabilmente messo alle strette proprio sul tema dei diritti umani. Il nostro ha preferito andare in visita ufficiale in Guinea Equatoriale, dove da oltre trent’anni governa praticamente incontrastato un dittatore violento e affamato di soldi. I rapporti con la Francia, molto sentiti visto il passato coloniale, stanno probabilmente cambiando. Con il precedente presidente francese, Sarkozy, il rapporto era eccellente: era stato lui a salvare Deby in occasione dell’ultima rivolta, nel 2008, quanto i ribelli erano arrivati fino alle porte della capitale. Ora forse il vento sta girando. Ma non c’è da farsi troppe illusioni: in questo momento il Ciad é corteggiato dalla diplomazia occidentale, affinché invii le proprie truppe nel vicino Mali per combattere contro i gruppi islamisti. Fa comodo in questi tempi avere un uomo forte contro il terrorismo di matrice islamica, e quindi alla fine si troverà l’ennesimo compromesso al ribasso tra lotta al terrorismo e (mancato) rispetto dei diritti umani.

Due notizie flash dal mondo della scuola, purtroppo non molto confortanti. Il nuovo preside del liceo di Fianga, che conta oltre 2 mila iscritti, é di madrelingua araba. Sembra abbia studiato in Iraq. Non ha dimestichezza con il francese, per cui ha grosse difficoltà a capirsi non solo con gli alunni ma anche con gli insegnanti. A volte sembra abbia bisogno di un interprete. È vero, il Ciad é ufficialmente bilingue, ma nella nostra zona quasi nessuno capisce e parla l’arabo. La seconda notizia è che da due settimane abbiamo presso la missione otto giovani studenti. Tutti bravi ragazzi provenienti dai villaggi intorno a Fianga, uno é già sposato e ha due figli. Fin qui nessun problema. Il fatto è che siamo già il primo novembre e la scuola non é praticamente ancora iniziata.

Per questa volta mi sembra abbastanza, ci risentiamo a Natale! Un grande abbraccio a tutti, don Giulio. 

Notizia del 19/11/2012


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