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Diritto all'acqua, altri due passi avanti in Mozambico

Montaggio della pompa del pozzo di Tapalala

Diritto all'acqua, altri due passi avanti in Mozambico

Nelle scorse settimane si sono conclusi i lavori per la realizzazione di due pozzi a Muatala e Tapalala, nel distretto di Monapo: oltre 3 mila persone hanno finalmente accesso all'acqua potabile.

Muatala e Tapalala. La mappa del diritto all’acqua nel nord del Mozambico si arricchisce di due nuovi nomi. Nelle scorse settimane, infatti, sono stati completati in questi due villaggi del distretto di Monapo i lavori per la realizzazione di altrettanti pozzi, che garantiranno un rifornimento costante di acqua potabile a oltre 3 mila persone. Il progetto, promosso dal Cesvitem, è stato seguito sul campo da Watana, partner storico della nostra associazione in questo angolo d’Africa.

“Muatala - spiega Avelino Muligeque, presidente di Watana - è un villaggio 17 chilometri a ovest di Monapo, che, secondo l’ultimo censimento, conta 1.916 abitanti. Tapalala, invece, di abitanti ne ha 1.036 e si trova 15 chilometri a sud di Monapo. In entrambe le località la gente vive di agricoltura, coltivando in prevalenza mais, manioca, arachidi, fagioli, oltre a pomodori e peperoni sui terreni più vicino ai fiumi”. Sono proprio i fiumi la principale fonte di approvvigionamento nei mesi secchi, da giugno a dicembre, quando si prosciugano i pozzi scavati a mano nei pressi dei villaggi. Detta così sembrerebbe semplice. “E invece- sottolinea Avelino - Muatala è a circa cinque chilometri dal rio Monapo, il principale corso d’acqua della zona. In estate, quando la portata del fiume diminuisce, è molto pericoloso avvicinarsi alle rive: soprattutto dove la corrente è meno forte non è raro trovare i coccodrilli, che più volte negli anni hanno attaccato e a volte purtroppo ucciso delle persone”. Nel caso di Tapalala i chilometri diventano addirittura dieci: tanto dista il centro del villaggio dal Rio Ampues. “Quando a dicembre siamo andati al villaggio per discutere il progetto del pozzo con i lider comunitari, ci hanno detto che un gruppo di persone era partito all’alba per andare a prendere l’acqua al fiume con le taniche: era mezzogiorno e non avevano ancora fatto ritorno”.

La realizzazione dei due pozzi è stata affidata ad una ditta locale, la BJ Drilling di Nampula e i lavori hanno seguito la classica procedura. “A fine dicembre - riassume Adolfo Saquina, responsabile progetti di Watana - i tecnici della BJ Drilling hanno realizzato l’indagine geofisica nei due villaggi, individuando in ognuno due punti per la perforazione, uno principale e uno di riserva”. Come sempre, data la precarietà del contesto, i contrattempi non sono mancati. “I macchinari per la perforazione sono arrivati da Nampula il 14 gennaio. Dopo mesi di siccità, da alcuni giorni aveva cominciato a piovere e le disastrate strade della zona, quasi tutte in terra battuta, non hanno certamente facilitato le operazioni. Ci sono volute addirittura otto ore solo per percorrere gli otto chilometri di pista che dividono Muatala dalla statale, l’unica strada asfaltata del distretto”. Anche trovare l’acqua non è stato facile: nonostante lo studio geofisico ci sono voluti sei giorni per trovare la falda giusta a Mutala e altri tre a Tapalala. “I due pozzi sono profondi rispettivamente 33 e 47 metri e sono stati completati tra il 18 e il 21 febbraio con il rivestimento degli scavi e la realizzazione delle piazzole di cemento. Poi abbiamo dovuto attendere un altro mese per l’installazione delle pompe manuali, effettuata il 22 e il 23 marzo”.

Il “tour” del diritto all’acqua nel nord del Mozambico non finisce qui: nei prossimi mesi l’obiettivo è la realizzazione di pozzi in almeno altri due villaggi della zona.

Notizia del 02/04/2012


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