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Ciad, il tempo in cui il fuoco ti prende

Approfondimenti

Ciad, il tempo in cui il fuoco ti prende

Mentre in Italia sta arrivando l'estate, don Giulio Zanotto racconta come a Fianga si sopravvive alla stagione più calda dell'anno, quando anche di notte il termometro non scende sotto i 30 gradi

Dal punto di vista climatico, questo é per noi il momento più duro dell’anno: “ngel de baa huu”, ovvero “il tempo in cui il fuoco ti prende”. Di giorno ci sono più di 40 gradi, con punte di 45; di notte mai meno di 30. Ogni anno sembra che il caldo sia sempre più forte e che le piogge ritardino sempre di più. Probabilmente non ci sono cambiamenti evidenti, ma psicologicamente é così. A volte il cielo é limpidissimo. Altre volte si carica di nuvole, si sente una forte umidità, ma poi un colpo di vento spazza tutto lasciando solo una voglia di pioggia... e tanto caldo ancora!

Il caldo disegna e colora il paesaggio. Tutto é secco e polveroso. I campi che sono stati coltivati ora sono deserto, nudi di ogni filo d’erba. I colori che dominano sono un caleidoscopio di sfumature che vanno dal giallo al rosso al marrone. La luce é molto intensa e ti chiude gli occhi. Le ore centrali della giornata sono riempite dal frinire delle cicale. A volte si vedono delle nuvole di polvere: sono le mandrie che vanno in cerca d’acqua verso il lago. D’altronde in queste settimane nel lago e attorno al lago anche gli uomini fanno un po’ tutto. Pesca e coltivano gli orti. Si lavano e lavano vestiti, stoviglie, pentole. Al lago si portano gli animali per bere, alcuni prendono l’acqua per bere loro stessi. In riva molti ragazzi giocano: nuotano, giocano a pallone, si rincorrono, passano il tempo tra mucche, capre, pecore e cani.

Nelle altre zone nelle ore più calde della giornata non si fa niente. Si resta distesi su stuoie all’ombra di qualche albero. Si evita il minimo spostamento. A metà giornata i villaggi sembrano morti, nessuno in giro. Per viaggiare si preferiscono le prime ore del mattino o dopo le quattro del pomeriggio, e i villaggi si animano davvero solo di notte, soprattutto quando c’é la luna piena. Ma anche col buio il caldo rimane, tantoché la maggior parte delle persone dorme fuori, insieme, nel cortile, distesi per terra su delle stuoie. Anch’io ormai sono abituato a portare il letto all’aperto, è l’unico modo per riuscire a riposare tutta la notte.

Anche a scuola si cambiano gli orari: l’inizio é anticipato alle 7 e la fine delle lezioni alle 12. Ma purtroppo sono rare le classi che finiscono a mezzogiorno, tanti rientrano a casa già a partire dalle 9. Le uniche attività che si svolgono come sempre sono il mercato settimanale e, soprattutto, le cerimonie di ricordo dei morti. Anzi quest’ultime proprio con il caldo vengono intensificate, vuoi perché in questo periodo il lavoro nei campi concede una pausa, vuoi perché c’é abbondanza (quando c’é...) di miglio. Si muovono un gran numero di persone, si fanno grandi danze, si fanno delle grandi bevute, anche queste sull’onda del gran caldo.

Ma il caldo dà problemi anche ai morti! Se uno muore in questo periodo, deve essere seppellito velocemente poche ore dopo la morte. C’é qualche tecnica tradizionale per poter conservare il corpo un po’ più a lungo, come avvolgerlo nella pelle di una mucca appositamente uccisa. Ma forse per la complessità, forse per il costo, non é molto praticata.

Un ultima cosa: queste particolari condizioni ambientali influenzano anche il linguaggio. Qui “bel tempo” é quando piove. É il fresco, “ngel de wooge”, in tupurì “il luogo del benessere”. Nella benedizione si chiede il dono della “frescura” sulle persone. Un “cuore caldo” é un cuore in collera, mentre un “cuore fresco” é un cuore che ama.

Comunque non vorrei scoraggiare chi volesse venire fin qua: non fa così caldo durante tutto l’anno, solo da inizio marzo a fine maggio. Il resto dell’anno il caldo é molto più piacevole!

Notizia del 14/06/2011


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