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Cesvitem Perù, i conti di casa di una grande famiglia

Una famiglia di migliaia di persone e i conti da far quadrare: l’impegno degli operatori della nostra sede di Trujillo per alleviare gli effetti della crisi

Pur grande e allargata, quella del Cesvitem nel mondo è comunque una famiglia. E come ogni buona famiglia, c’è un bilancio da rispettare, anche se necessario stringendo la cinghia. Lo sanno bene anche gli operatori della nostra sede di Trujillo, in Perù. “Se le voci in uscita sono davvero tante - spiega il rappresentante del Cesvitem Attilio Sante Salviato -, le entrate si riassumono in un’unica riga: fondi ricevuti dall’Italia”.   

L’unica voce “nazionale” del bilancio del Cesvitem Perù è il recupero dell’Igv, l’Iva peruviana, sull’acquisto di alcune tipologie di beni, un beneficio che per legge spetta alle organizzazioni del terzo settore. La procedura non è semplice, a partire dalla selezione dei fornitori, in quanto gli acquisti devono ovviamente essere comprovati da fattura: più facile a dirsi che a farsi, in un paese come il Perù afflitto da una crescente deregolamentazione dell’economia. “Poi si tratta di registrare tutti i passaggi amministrativi, di documentare le iniziative realizzate, di stampare e fotocopiare il tutto in più copie, di inviarle alla Sovrintendenza tributaria nazionale, e infine di attendere pazientemente una risposta sulla legittimità della richiesta”. Vale la pena fare tutta questa fatica? “Sì: di questi tempi ogni sol guadagnato è di vitale importanza. I prezzi seguono un andamento a fisarmonica: forti e improvvisi aumenti, poi un lento abbassamento fino ad un livello comunque più alto di quello iniziale. Per non parlare dei tassi di cambio: se un paio d’anni fa per ogni euro ricavavamo 4 soles, oggi siamo scesi a 3,3, con un netto taglio dei fondi disponibili in loco a parità di raccolta fondi in Italia”.

Calano le risorse, non però i bisogni della gente. “Dobbiamo ingegnarci per trovare un modo per far tornare i conti, visto anche l’impegno che ci siamo presi di non alzare, in un momento difficile per tutti, i contributi richiesti ai padrini italiani per il sostegno a distanza”. Un continuo, quotidiano lavoro di cesello. “Stiamo cercando di accorpare le mense dei clubes, in modo da contenere i costi per cucine e stoviglie. O ancora stiamo affinando la selezione dei fornitori, per risparmiare sulla spesa per alimenti. Senza dimenticare l’intraprendenza dei nostri operatori, i quali, settore per settore, stanno elaborando vari progetti, in modo da non far ricadere tutte le spese sui fondi del sostegno a distanza”. 

Proprio in questi ultimissimi anni stiamo cominciando a raccogliere i primi frutti di quanto seminato a Trujillo partire dal 2002: bambini accolti allora in Pininos che ora sono giovani uomini e donne impegnati nello studio e nella costruzione di un futuro migliore. Alcuni di loro, grazie all’aiuto dei padrini italiani, sono addirittura all’università e tra non molto potremo festeggiare i primi laureati “targati” Cesvitem. “Un lungo cammino - conclude Attilio - su cui tutti, noi qui a Trujillo e voi dall’Italia, abbiamo camminato per anni e di cui ora, con orgoglio, viviamo grandi soddisfazioni. Non vogliamo fermarci proprio ora, proprio sul più bello. Continuate a camminare con noi, faremo tanta strada”.

Notizia del 25/10/2010


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