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Suor Maria, una vita a dipingere salute in Mozambico

Suor Maria, una vita a dipingere salute in Mozambico

Una pittrice attenta vigile e con una particolare cura per i dettagli, questa è la figura che con un po’ di fantasia si potrebbe attribuire a Suor Maria Pedron vedendola per la prima volta

Una pittrice esperta di dettagli, dal frequente uso di colori vivi e accesi.
Si potrebbe interpretare così vedendola per la prima volta la figura di suor Maria Pedron, seduta in quella piccola sedia a raccontare.
Per come la si vede, per come la si sente: frasi sapienti, scelte con cura e attenzione, a spiegare con frequenti aneddoti un’arte e una vocazione che l’hanno portata a curare uno dei paesi più poveri del mondo.

Questa è l’immagine che con un po’ di fantasia si potrebbe attribuire a quella signora di 70 anni che da oltre 40 si trova a “dipingere salute in Mozambico”. È stato proprio questo il titolo dell’incontro che venerdì 14 dicembre ha avuto luogo in Patronato San Pio X a Mirano. La tinozza dalla quale ha attinto suor Maria per l’occasione: la sua memoria, ricca di ricordi e sfumature struggenti di fronte ad un pubblico che ammirava il suo operato. Quelle mani, muovevano il pennello mnemonico con gentilezza, come maneggiasse tintura di iodio su una pelle lacerata o iniettasse qualche medicinale su un corpo bisognoso.
Una politica dalle orecchie tappate, che non sente i lamenti degli ammalati, i farmaci cinesi che stanno invadendo il Paese ma che non contengono nemmeno le corrette dosi di principio attivo, né hanno una consistenza adeguata.
“La gente lì è ignorante”, ha continuato a ripetere Suor Maria, “ma non stupida. Ha paura, ed è per questo che non fa la voce grossa e non si ribella contro tutte quelle ingiustizie perpetrate. Chi parla si becca due pallottole”. In un paese dove solo il 3% della popolazione arriva ai 50 anni, non sono solo le malattie a uccidere. “La mia soddisfazione è però quella di curarli, vederli uscire dall’ospedale col sorriso. Dare un futuro a quei bambini”.
Gli acciacchi fisici rendono ancor più credibili quelle esperienze e quelle fatiche, dalle sfumature nude e crude vissute durante la sua vita africana, quella vita che non ha nessuna intenzione di smettere, anche ora che la sua salute e la sua fisicità non è più quella di una volta. Tornerà proprio il 29, suor Maria in direzione Nampula, a prendersi di nuovo cura dei suoi malati.   

È anche per lei, infatti, ma soprattutto per i suoi pazienti quel container spedito giovedì 20 dal Cesvitem in direzione Mozambico. Come il primo che fu spedito oltre 30 anni fa. Materiale sanitario donato e acquistato, il suo contenuto, assieme a vestiti, mobilia e materiale scolastico per le scuole mozambicane e altri oggetti di prima necessità per tutti i beneficiari dei nostri progetti.

Notizia del 20/12/2018


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