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Un cantiere per i dieci anni del Centro Esperança

Immagine d'archivio del Centro Esperança

Un cantiere per i dieci anni del Centro Esperança

Nel gennaio 2006 veniva inaugurato a Maxaquene, nelle periferie di Maputo, il Centro Esperança, sede dell'omonimo progetto di sostegno a distanza. Per il decimo compleanno arriva un appello dal Mozambico: servono 10.639 euro per un intervento di manutenzione straordinaria.

Il 2016 che sa per iniziare sarà un anno speciale per il Cesvitem Mozambico. Era infatti il gennaio 2006 quando entrava ufficialmente in funzione nelle periferie di Maputo, nel quartiere di Maxaquene C, il Centro Esperança, la struttura comunitaria polivalente sede dell’omonimo progetto di sostegno a distanza. Dieci anni dopo, proprio per sottolineare questo anniversario, abbiamo messo in cantiere un intervento di manutenzione straordinaria, per continuare a garantire ai beneficiari, alle loro famiglie e allo staff degli operatori un punto di riferimento sicuro e ospitale.

Il centro è una struttura molto semplice: quattro ambienti, più una veranda ed il blocco del servizi igienici. Tutto disposto su un unico piano, per una superficie complessiva di circa 130 metri quadri. “Si tratta di una costruzione perfettamente in linea, dal punto di vista architettonico, con il resto del quartiere - sottolinea Figueiredo Rosario, rappresentante del Cesvitem in Mozambico -. Una scelta “stilistica” con un significato ben preciso: volevamo una struttura che la gente di Maxaquene potesse guardare con fiducia, senza sentirsi in soggezione. Senza contare che la rinuncia a qualsiasi forma di sfarzo ci avrebbe permesso di tenere il centro il più possibile aperto al pubblico, senza il timore di finire nel mirino della piccola criminalità ancor oggi dilagante in queste aree”.

Grazie a queste scelte, da dieci anni il centro è aperto cinque giorni alla settimana, dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 16. “È davvero il cuore pulsante del Progetto Esperança. In questi spazi si svolgono gran parte delle attività previste dal progetto: corsi di ripetizione, laboratori, distribuzione di materiale scolastico, alimenti e vestiario. E ancora incontri di sensibilizzazione, riunioni, feste. Insomma, questa è in tutto e per tutto la casa di Esperança, una casa che negli anni ha accolto quasi mille bambini e ragazzi”.

Il centro, insomma, ha un valore ben superiore a quello puramente immobiliare. E anno dopo anno è stato trattato di conseguenza, cercando di mantenerlo nel miglior modo possibile con periodici interventi di manutenzione ordinaria. Ma il passare degli anni e la frequentazione quotidiana da parte di decine di persone cominciano a far sentire il loro peso. Per questo, spiega Figueiredo, è arrivato il momento di una manutenzione straordinaria. Il grosso del lavoro riguarderà l’abbattimento e il rifacimento del muro esterno, che corre lungo due lati del centro. “Dieci anni il numero di beneficiari continuava a crescere e il bisogno di uno spazio autonomo era sempre più impellente: per questo alcuni lavori furono realizzati in economia, in modo da contenere le spese e avere quindi a disposizione il più velocemente possibili i fondi necessari per la costruzione. Il muro ad esempio fu innalzato senza fondamenta e con pilastri non armati: ha svolto degnamente il suo compito fino ad oggi, ma ora i problemi di staticità sono sempre più evidenti”. Si procederà poi al rifacimento della pavimentazione della veranda, alla riabilitazione delle opere idrauliche (sostituzione rubinetteria e della cisterna per lo stoccaggio dell’acqua piovana),  alla tinteggiatura interna ed esterna di tutte le pareti e alla fornitura di arredi come tavoli e panche.

La spesa complessiva, in linea con la sobrietà del centro, sarà comunque piuttosto contenuta: in tutto occorrono 10.639 euro e in due mesi tutti i lavori saranno completati. “Non è una grossa cifra - conclude Figueiredo -, ma il significato dell’intervento è comunque grande. Tenere pulita e in ordine una struttura del genere, in mezzo al degrado generalizzato delle periferie di Maputo, è un messaggio di speranza per tutta Maxaquene”.

Notizia del 21/12/2015


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