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Ensemble Moxos, un ponte musicale fra i popoli

Ensemble Moxos, un ponte musicale fra i popoli

Giovedì 26 novembre, per iniziativa del Cesvitem e di Engim Internazionale, si esibirà a Mirano l’orchestra formata da giovanissimi musicisti boliviani, eredi di una lunga tradizione nata dal connubio tra musica europea e precolombiana. Appuntamento alle 20.45 nel Duomo di San Michele Arcangelo, ingresso gratuito.

Farà tappa anche a Mirano il tour italiano del gruppo boliviano Ensemble Moxos. Giovedì 26 novembre l’orchestra, formata dai giovanissimi allievi della Escuela de Musica di San Ignacio de Moxos, piccola città nel cuore della Bolivia, si esibirà dalle 20.45 nel Duomo di San Michele Arcangelo (ingresso gratuito). Lo spettacolo, promosso da Cesvitem e Engim Internazionale con il patrocinio del Comune di Mirano e la collaborazione della parrocchia di San Michele Arcangelo, è un coinvolgente connubio tra musica, canto e danza, che si propone di far conoscere a livello internazionale un’esperienza culturale unica nel suo genere.

San Ignazio de Moxos è una delle venticinque reducciones fondate dai missionari gesuiti a fine ‘600 nell’Amazzonia boliviana. Si trattava di villaggi comunitari, organizzati per contrastare il tentativo dei coloni spagnoli di ridurre in schiavitù gli indigeni che abitavano in queste zone fin dall’epoca precolombiana. Indios e missionari scoprirono ben presto un linguaggio comune per intendersi e comunicare: la musica. Gli indigeni la consideravano infatti espressione dei suoni della natura e avevano una lunga tradizione nella costruzione di strumenti, come ad esempio i bajones, tromboni realizzati con foglie di palma. Dall’incontro musicale tra la tradizione precolombiana e quella europea, portata dai Gesuiti attraverso i canti liturgici, nacque un vero e proprio genere, il “barocco missionale”, che riuscì a resistere anche alla distruzione delle riducciones conseguente all’espulsione dei Gesuiti dal Sudamerica.

Tramandata a memoria di generazione in generazione dai “musicos empiricos” (musicisti autodidatti incapaci di leggere un pentagramma), questa tradizione, vero e proprio patrimonio identitario e culturale delle popolazioni indigene, è giunta fino a noi, per essere rilanciata a livello internazionale da esperienze come quella della Escuela de Musica di San Ignacio de Moxos.

“Questa proposta culturale - sottolinea il presidente del Cesvitem Simone Naletto - si inserisce a pieno titolo nel nostro ormai trentennale impegno a favore del Sud del mondo. Siamo infatti convinti che il il rafforzamento della conoscenza, del rispetto e della solidarietà reciproci fra i popoli rappresenti il primo passo per la costruzione di un futuro di giustizia e benessere condiviso. In questo senso l’esperienza dell’Ensemble Moxos è estremamente significativa, uno splendido esempio di meticciato culturale che dimostra come dall’incontro tra esperienze apparentemente lontanissime possa nascere bellezza e speranza”.

Notizia del 20/11/2015


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