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La nostra meglio gioventù: Sardina, la prima maestra

Nata e cresciuta in uno sperduto villaggio del nord del Mozambico, Sardina è la prima beneficiaria di Ohacalala a diventare insegnante: un risultato eccezionale in un contesto in cui la discriminazione di bambine e ragazze è ancora realtà.

Sognare fin da piccoli di diventare insegnanti. Studiare. Specializzarsi. Diplomarsi. Trovare lavoro come maestra. Un percorso a prima vista normale, lineare. Magari impegnativo, ma perfettamente realizzabile. Soprattutto se hai la fortuna di nascere dalla parte “giusta” del mondo. Ma se sei nata in uno sperduto villaggio rurale nel nord del Mozambico, se sei la seconda di sette fratelli, se la tua famiglia è così povera da non potersi permettere nemmeno di iscriverti alla scuola primaria, allora le cosa cambiano radicalmente.

Quella di Sardina Inacio, 21 anni, è davvero una storia di riscatto. Una storia che è divenuta il fiore all’occhiello di Ohacalala, il progetto di sostegno a distanza promosso dal Cesvitem e da Watana di cui Sardina è stata beneficiaria negli ultimi otto anni. Sardina lo scorso dicembre ha terminato l’anno di specializzazione presso la “Escola de professores do futuro”, un centro di formazione per insegnanti gestito a Nacala Porto da ADPP, la più importante ong mozambicana. E a febbraio, all’inizio del nuovo anno scolastico, le è stata assegnata una cattedra presso una scuola primaria del distretto di Mecuburi.  

“Sono nata e cresciuta a Manhapua - racconta ora -, un piccolissimo villaggio sperso nel mato. Ho iniziato la scuola primaria a nove anni anziché a sei, come dovrebbe essere normalmente: in famiglia eravamo in tanti e i miei genitori non potevano permettersi di pagarmi l’iscrizione. I primi cinque anni di scuola me li hanno pagati i miei zii, ma alla fine del primo ciclo di studi nemmeno loro hanno potuto più aiutarmi”. È in questo momento, nel 2003, che Sardina entra in Ohacalala. “Entrare in Ohacalala è stata per me una cosa fantastica, soprattutto perché mi è stata data la possibilità di continuare a studiare. Fin da piccola il mio sogno era di fare la maestra. Se oggi sono riuscita a realizzarlo non è merito solo della mia forza di volontà e delle mie capacità. Il merito è di Watana, che ha creduto in me, e della mia madrina italiana, che dal 2005 mi ha accompagnato passo dopo passo”.

“Quella di Sardina - sottolinea Avelino Muligeque, presidente di Watana - è una storia straordinaria. È la prima ragazza di Ohacalala che termina la dodicesima classe, finora eravamo riusciti ad accompagnare a questo traguardo solo ragazzi. Per le bambine accedere all’istruzione è una fatica doppia: in molti casi i genitori ritengono inutile mandarle a scuola, perché fin da piccole sono considerate indispensabili per le faccende domestiche e nel lavoro dei campi. Appena diventano adolescenti, poi, è purtroppo normale ritenerle pronte per il matrimonio e molte si ritrovano precocemente incinte e mamme”.

Già riuscire a superare questi pregiudizi e consuetudini è dunque un risultato di non poco conto. Ma nel caso di Sardina la soddisfazione raddoppia. “Oggi - spiega Avelino - per la prima volta un beneficiario di Ohacalala diventa insegnante. Per un’associazione come la nostra, che fa della promozione del diritto all’istruzione il suo obiettivo principale, è un traguardo speciale. Fino ad ora siamo stati impegnati soprattutto nella costruzione e riabilitazione di scuole. Da oggi siamo orgogliosi di dare un contributo anche in termini di risorse umane”. Una storia, un esempio. “Sardina - conclude Avelino - ha dimostrato che è possibile riuscire nella vita anche partendo da condizioni di assoluto svantaggio: siamo convinti che la sua testimonianza possa dare una marcia in più a tanti altri ragazzi e ragazze di Ohacalala”.

Notizia del 21/02/2012


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