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Haiti, una tragedia per riflettere

Una tendopoli improvvisata tra le rovine

Approfondimenti

Haiti, una tragedia per riflettere

Davanti al dramma del popolo haitiano, alcune osservazioni sugli aiuti in arrivo sorgono spontanee. Dal sostegno a distanza ad una portaerei da 1,3 miliardi di euro

In questi giorni tutto il mondo si sta mobilitando per Haiti. Siamo tutti profondamente colpiti dalle distruzioni, dal numero ancora imprecisato di morti, dispersi, orfani, dal caos che regna ancora tra i soccorsi, dalle scene di disperazione. La comunità internazionale e le ong stanno cercando di fare il massimo per rispondere alle prime fasi dell’emergenza, mentre quello che già prima del sisma era uno dei popoli più poveri del mondo assiste impotente al crollo non solo della case, ma anche dell’intera struttura statale. Non essendo presenti in loco, come Cesvitem non possiamo che esprimere la nostra più profonda solidarietà alla popolazione haitiana, ma anche a tutte le associazioni specializzate nella gestione delle emergenze e a quelle che da anni sono presenti sull’isola, che in questo momento stanno fornendo una risposta fondamentale ai bisogni di centinaia di migliaia di donne, uomini e bambini.

È importante però fare una precisazione, per salvaguardare quei principi di onestà e trasparenza che devono essere uno dei primi riferimenti della solidarietà. In questi giorni, su tv e giornali si è molto parlato anche di sostegno e di adozioni a distanza. Ma, come ricorda La Gabbianella, coordinamento che riunisce oltre 40 associazioni italiane impegnate in questa particolare tipo di iniziative, tra cui il Cesvitem, “il sostegno a distanza, diversamente dalle comuni attività di raccolta fondi, è una forma di solidarietà che permette al cittadino di seguire i vantaggi che il proprio contributo economico continuativo nel tempo determina nella vita dei destinatari, soprattutto bambini”. Per questo La Gabbianella “ritiene strumentale l’utilizzo del termine “sostegno a distanza” per giustificare una raccolta fondi per la gestione delle emergenze. Il sostegno a distanza sarà lo strumento di solidarietà che, non appena superata l’attuale emergenza, garantirà ai sopravissuti il sostegno negli anni a venire, cosa che già si è verificata in occasione dello tsunami del 2004”.

Allo stesso modo, l’immane tragedia in atto non ci può che spingere ad altre considerazioni. L’Italia è stato sicuramente uno dei primi paesi a mobilitarsi dopo il sisma: 5,7 milioni di aiuti stanziati dal governo, voli umanitari, cancellazione del debito di Haiti, l’invio della portaerei Cavour. Ma, a quest’ultimo proposito, il coordinatore della Tavola della Pace Flavio Lotti si domanda “che senso abbia e quanto ci costi inviare oltre l'Atlantico una imponente macchina da guerra come la Cavour. Quanto tempo ci impiegherà ad arrivare? Per quanto tempo si fermerà? Quanto costerà il tutto? Sulla portaerei viaggeranno un po' meno di ottocento militari, 540 dei quali sono membri dell'equipaggio. Non è più utile ed efficace mandare subito 1000 soldati per le strade di Haiti a sostenere la missione dell'Onu?”. Senza dimenticare che la Cavour, simbolo per eccellenza delle nostre Forze armate, ci è costata ben 1.300 milioni di euro. E che anche in questo 2010 il nostro paese investirà appena 326 milioni nella cooperazione internazionale e ben 23,5 miliardi in spese per la difesa.  “Quante vite avremmo salvato - si chiede Lotti - se anche solo una parte di quei soldi fossero stati spesi nella lotta alla miseria ad Haiti prima del terremoto?”. E intanto il jackpot del superenalotto è arrivato a 126 milioni

Notizia del 20/01/2010


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